LONDRA, DOVE IN ALCUNE AREE IL 50% DEI RESIDENTI È NATO ALL’ESTERO

Martin Robinson

Fonte: Daily Mail

Traduzione di: Attilio Sodi Russotto

Ecco le aree di Londra dove il 50% dei residenti è nato all’estero, mentre la popolazione della capitale raggiunge la cifra record di 8,6 milioni.

Questa mappa colorata della città di Londra mostra con chiarezza come vaste aree della Capitale siano ormai dominate da una serie di determinate nazionalità, in una città in cui un residente su tre è nato all’estero. La bandiera indiana sventola su dieci dei trentadue quartieri in cui la Capitale è divisa, mentre londinesi nati in Nigeria, Polonia, Turchia e Bangladesh sono già maggioranza in almeno tre aree urbane per gruppo. In alcuni quartieri – Westminster, Kensington, Chelsea e Brent, fra gli altri – più della metà della popolazione è nata fuori dai confini nazionali, stando alle cifre comunicate dall’Ufficio Statistiche del Sindaco.

Quest’anno, Londra ha raggiunto la quota record di 8,6 milioni di abitanti, con altri due milioni trasferitisi in città nel corso degli ultimi venti anni, la maggior parte dei quali dall’estero. Tali ragguardevoli cifre costituiscono un vero record dopo il precedente del 1939, precedente alle devastazioni occorse durante la Seconda Guerra Mondiale, ma a decorrere da allora, circa 2,2 milioni di londinesi hanno lasciato la città natale nel successivo mezzo secolo, per iniziare una nuova vita nelle contee vicine o in periferia.

Ecco i più rilevanti gruppi demografici stranieri a Londra suddivisi per distretto. La nazionalità indiana appare dominante in dieci aree.

Le statistiche mostrano inoltre come i quartieri centrali contino un tasso di popolazione immigrata assai più elevato rispetto alle zone più periferiche, con i nuovi arrivati inclini a stabilirsi in aree già densamente abitate da connazionali. Con il 53,3%, Brent e Haringey presentano la più alta percentuale di residenti forestieri, seguiti da Kensington, Chelsea e Westminster, oscillanti fra il 50,9% ed il 51,8%.

Fra il 1939 ed il 1991, Londra ha perduto un quarto della sua popolazione totale; oggi, circa 267.000 londinesi sono nati in India, 135.000 in Polonia, 113.000 in Pakistan, 126.000 in Bangladesh, 112.000 in Irlanda. Dei totali tre milioni di residenti non britannici, il 40% è europeo, il 30% asiatico o mediorientale, 20% africano, 10% americano o caraibico.

Illustrando le dinamiche di crescita della popolazione cittadina, il professor Michael Batty, dell’University College London, ha spiegato alla BBC: “In un periodo di trent’anni, il totale della popolazione è calato dagli originari 8 milioni a 6,6 circa, ciò a causa del fenomeno chiamato suburbanization – crescita delle periferie, aumento dell’acquisto di automobili, cambiamento dei trasporti e sgomberi dei bassifondi.” Quanto all’enorme crescita registrata nell’ultimo decennio, essa “va ricondotta essenzialmente alle migrazioni internazionali.”

Maggiori informazioni

Gli esperti ritengono che entro il 2031 il numero di forestieri residenti a Londra supererà quello dei britannici autoctoni, basandosi su quanto si può desumere dal censimento del 2011. La popolazione immigrata della Capitale ammonterà in quell’anno ad almeno 5 milioni, dopo essere più che raddoppiata fra il 1971 ed il 2011 – anno dell’ultimo censimento – salendo da 1 a 3 milioni. Il numero dei londinesi non britannici condurrà il totale della popolazione cittadina a raggiungere e superare i 10 milioni di abitanti nel 2031, e gli 11 dieci anni dopo.

Tuttavia, laddove gli stranieri continueranno ad aumentare esponenzialmente nei prossimi decenni, i britannici autoctoni seguiteranno senza posa a diminuire. Analizzando l’ultimo censimento, si scopre che oltre 600.000 londinesi bianchi e britannici hanno abbandonato la capitale nel corso di circa un decennio – precisamente 620.000, fra il 2001 ed il 2011. Sarebbe come se una città delle dimensioni di Glasgow, abitata interamente da autoctoni, si trasferisse lontano dalla Capitale, lasciando i bianchi in minoranza nella città più grande dell’intero Paese. Se, infatti, nel 2001 i britannici bianchi ammontavano a circa il 58% della popolazione di Londra, oggi sono scesi a comporre appena il 45% del totale.

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