OTTO WEININGER TRA TERZO SESSO E RED-PILL

Riccardo Tennenini

Nella seconda metà del XIX secolo si affacciano al panorama filosofico e culturale weimariano teorie articolate e complesse riguardo la sessualità. Queste si affiancano alle nuove scoperte scientifiche. Fu questo il caso di Otto Weininger  (Vienna 1880 – Vienna 1903) ebreo naturalizzato tedesco, imprescindibile per la comprensione tanto del panorama culturale weimariano quanto quello attuale. 

Nella sua opera Geschlecht und Charakter del 1903 si possono far risalire le origini dell’iper-sessualizzazione attuale.  Otto morì suicida, all’età di ventitré anni, immediatamente dopo la pubblicazione del libro. Egli costruì la sua filosofia sulle differenze ontologiche dei due sessi. Ma la distinzione di genere tra donna e uomo non è solo ontologica, bensì anche deontologica: la modalità d’essere del maschio per essere veramente Uomo deve essere in grado di innalzarsi ad un livello superiore del pensiero metafisico. D’altra parte, invece, la donna trova la sua raison d’etre nel piano prettamente materiale in modo particolare nella sessualità. Aggiungendo che nell’uomo la sessualità c’è ma riguarda solo una piccola parte del suo molteplice modo d’essere mentre nella donna è la sola ed l’unica cosa. Ed è per questo motivo che ricopre un ruolo così importante per lei. Perciò ecco che il maschio divenne rappresentante della profondità intellettuali, e dell’interiorità spirituale mentre la donna l’emblema della sessualità, concupiscenza e dell’esteriorità materiale.

Per Weininger i generi sessuali sono intesi non in senso prettamente biologico ma come idea in senso platonico che hanno un’unica funzione euristica ed epistemologica. Infatti, arriva a considerare che non esistono solo due generi sessuali (l’uomo e la donna) , ma che essi sono esclusivamente una varietà di gradi intermedi fra l’uno e l’altra. Da qui si svilupparono poi tutte le teorie postume di infiniti generi sessuali fino ad arrivare alla teoria Lgbtq e la teoria Redpill. Dunque, Geschlecht und Charakter è un’attuale critica alla cultura moderna, che, agli occhi del giovane Weininger, era un’epoca “degenerata“, in cui la sessualità era diventata un dovere, una necessità eugenetica. Weininger riprende il modello fechneriano dell’Allbesseltheit, dotandolo di qualità ontologiche e metafisiche.

Egli fu un profeta, dunque, proveniente dalla crisi europea, visse in maniera radicale e morì in maniera altrettanto radicale esprimendo quel disagio esistenziale della sua generazione che noi oggi stiamo rivivendo con le nuove generazioni iper-sessualizzate.

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