ANIMALISMO? UNA QUESTIONE DI IDENTITÀ E TERRITORIO

Riccardo Tennenini

La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l’uomo crudele con gli animali non può essere buono. Questa compassione proviene dalla medesima fonte donde viene la pietà verso gli uomini.

Arthur Schopenhauer.

In Germania come ho scritto in un precedente articolo per smontare tutte bufale dette sulla “tematica verde”, dimostrando come l’ecologismo non è globalista come credono molti in particolar da destra, ma völkisch. Lo stesso filosofo francese Alain de Benoist in un intervista rilasciata al Barbadillo ha detto: “L’ecologia ha una forza rivoluzionario-conservatrice”. L’ecologia non è compatibile con il liberal-capitalismo e con le logiche di mercato. Ogni popolo che tiene alla propria nazione non può tener conto solo delle industrie strategiche, economia di mercato e infrastrutture ma anche della sua flora e fauna. In modo particolare quella locale, selvatica e incontaminata. Queste “oasi verdi”, uno Stato etico dovrebbe salvaguardarle e proteggerle al meglio. Per difendere il fragile ecosistema terrestre che circonda la sua nazione. Lo stesso discorso fatto sull’ecologismo si può fare anche per l’animalismo. Che non è quello professato da Michela Vittoria Brambilla o di Silvio Berlusconi che si fa fotografare con il suo cane. Ma è un qualcosa profondamente legato alla kultur di un popolo. Basta vedere in ambito spirituale la differenza abissale che c’è tra il mondo indoeuropeo nel Pitagorismo, Buddismo e Induismo e quello abramitico nell’Ebraismo e Islam per capirlo. Oppure tra l’Europa che vede il cane come un amico, compagno di vita o parte della famiglia e la Cina dove è solo cibo, merce e niente più.

L’animalismo si ricollega in quella galassia völkisch che si sviluppò nella Germania di primi novecento. Nella Germania dell’epoca furono fatti molteplici sforzi per assicurare la tutela dei diritti degli animali. All’epoca la svolta etica animalista era molto seria a tal punto da riscontrare un grande successo e sostegno da buona parte del popolo tedesco e la salvaguardia degli animali era tutt’uno con quella ambientale. Supportata dai maggiori vertici del governo nazionalsocialista. Questa svolta fu così importante che nell’attuale Germania, le leggi concernente i diritti degli animali e la loro tutela, non sono altro che modifiche delle leggi vigenti durante il Terzo Reich.

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La macellazione kosher (Shechita) non tanto diversa da quella halal e la vivisezione erano le principali tematiche affrontate contro il quale si battevano gli animalisti dell’epoca. Personalità come Arthur Schopenhauer, Richard Wagner, Hermann Göring, Heinrich Himmler e lo stesso Adolf Hitler presero ferma posizione in difesa degli animali. Nel 1927, viene chiesto da un esponente del NSDAP al Reichstag chiese provvedimenti contro la crudeltà sugli animali e contro la macellazione kosher. Cinque anni dopo nel 1932, il NSDAP propose un primo divieto della vivisezione. All’inizio del 1933, rappresentanti del partito Nazionalsocialista al parlamento Prussiano ordirono una conferenza per promulgare il divieto. Il 21 aprile 1933, poco dopo l’arrivo al potere del NSDAP, il Parlamento iniziò ad emendare leggi per la regolazione dell’uccisione degli animali.

«Nel nuovo Reich non può esserci più posto per la crudeltà verso gli animali.»

A.H

Nel 1934 in Germania fu organizzato una grande conferenza internazionale sulla protezione degli animali nella capitale. Il 18 marzo 1936, fu pubblicato un decreto che prevedeva il rimboschimento e sulla tutela della fauna selvatica; il 27 marzo venne promulgata una regolamentazione della macellazione dei pesci e degli altri animali a sangue freddo. Tra il 1937-38 l’animalismo divenne metodo di educazione e argomento di studio nelle scuole pubbliche e Università tedesche. Ed è ironico pensare che il più grande oppositore della vivisezione era un cacciatore, Hermann Göring, che il 16 agosto 1933 promulgò una legge che abolì a tutti gli effetti la vivisezione, rendendo illegale la sua pratica. Dopo la caduta del nazionalsocialismo la vivisezione fu integralmente ripristinata.

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MA QUALE GRETA IL VERO ECOLOGISMO È VÖLKISCH NON GLOBALISTA

Riccardo Tennenini

Oggi in molti ambienti l’argomento ecologismo è diventato di moda parlarne, in mano totalmente a neo-marxisti, generazioni di Millenials che seguono Greta Thumberg come una figura messianica dell’ecologismo globalista e da tecnocrati capitalisti. Così facendo, i vari movimenti di (((destra))), conservatori liberal e simili si fanno portavoce del più radicale anti-ecologismo come contro offensiva all’ecologismo globalista. Vantandosi di inquinare e non portare il ben che minimo rispetto per la natura e gli animali. Orgogliosi dell’automobile a benzina, del cospicuo consumo di carne e affermando che gli ecologisti attuali dicono solo cazzate riguardo il cambiamento climatico.

Eppure la storia ci dice una verità completamente diversa. In principio l’ecologismo autentico non era globalista ma völkisch!. Quello attuale NON è ecologismo ma anti-ecologismo e contro-ecologismo. La Germania a ricoperto un ruolo molto decisivo nell’ecologia, non per niente fu proprio lo zoologo tedesco Ernst Haeckel che nel 1867 coniò il termine “ecologia” al greco: oikos casa, abitazione logia discorso. Haeckel, scoprì, descrisse e nominò migliaia di nuove specie, mappò un albero genealogico relativo a tutte le forme di vita e coniò molti termini che ancora oggi usiamo in biologia, come antropogenesi, phylum, filogenesi, cellule staminali e il regno Protista. Haeckel promosse e rese popolare il lavoro di Charles Darwin in Germania associandosi alla corrente del “darwinismo sociale”. Sostenitore del razzialismo tedesco, di una visione olistica e parte integrante del movimento völkisch.

Haeckel pioniere dell’ecologia, con i suoi discepoli Willibald Hentschel, Wilhelm Bölsche e Bruno Wille, ha profondamente plasmato il pensiero delle future generazioni di ambientalisti incorporando la preoccupazione per la biosfera in una fitta rete di temi sociali. Il movimento völkisch è salito alla ribalta con un connubio tra naturalismo, romanticismo tedesco e politica conservatrice forgiata sotto l’influenza della filosofia goethiana, heideggeriana e di molti altri pensatori völkisch. Uno di questi fu Wilhelm Heinrich Riehl. I suoi scritti diventarono parte integrante del pensiero völkisch. Costruendo la sua weltanschauung in cui l’uomo e la società dovevano essere in una relazione simbiotica con la natura e il paesaggio.

Da questi presupposti il movimento völkisch sviluppò la sua ideologia politica contrapponendo il contadinato rurale sano di corpo e spirito delle campagne contro la degenerazione urbano-industriale dei cittadini malati delle grandi città. Unito ad una critica feroce del capitalismo e dello stile di vita condotto dall’uomo moderno borghese, sradicato nell’anima dal contatto intimo con la natura e la sua terra nativa. In un ambiente totalmente artificiale e tecno-meccanico. Tra i pensatori völkisch c’era il rifiuto della vita urbana e dei meccanismi freddi e impersonali della modernità. All’interno di questo movimento si svilupparono molteplici correnti ambientaliste, ecologiste, altre che proponevano uno stile di vita “olistico”, produzioni locali, cibo sano (quello che oggi sarebbe a km0) e agricolture dinamiche e sostenibili. Al centro dell’ideologia völkisch c’era una risposta critica della modernità razionalista, progressista e sempre più tecnica. Di fronte alle masse contadine che abbandonavano non solo le campagne ma anche la loro heimat (piccola patria) bucolica, per trasformarsi in proletari sradicati, utilizzati come “api operaie” dal capitalismo industriale per far funzionare le fabbriche. I pensatori völkisch risposero predicando un ritorno alla terra, alla frugalità e all’integrità di una vita “primitivista” che fosse in sintonia con la purezza della natura.

Raoul Francé, membro della “Deutscher Monistenbund” (Lega Monista) fondata da Haeckel elaborò le cosiddette “Lebensgesetze“, “leggi della vita” attraverso le quali l’ordine naturale determina l’ordine sociale. Si oppose come quasi tutti gli esponenti völkisch al melting-pot, considerandolo “innaturale”. I suoi membri volevano riunirsi con la natura (Nacktkultur). Praticavano il vegetarianesimo, favorivano il nudismo, facevano escursioni e crearono comunità alternative alla città. La Deutscher Monistenbund era un movimento romantico e spirituale che si opponeva al materialismo dell’epoca. Molti di loro erano pagani, adorando il sole, concepito come un’antica divinità germanica. I giovani Wandervogel in questo senso cantavano canzoni e suonavano chitarre intorno ai falò in un movimento che era strettamente coinvolto con Lebensreform (“riforma della vita”). Il filosofo Ludwig Klages influenzò profondamente questi giovani e in particolare la loro coscienza ecologica. “Mensch und die Erde” (Uomo e Terra) di Klages è considerato uno dei manifesti del movimento ecologista radicale in Germania. Anticipando quasi tutti i temi del movimento ecologista contemporaneo. Denunciando l’estinzione accelerata di numerose specie, il disturbo dell’equilibrio ecosistemico globale, la deforestazione, la distruzione degli habitat selvatici, l’espansione urbana e la crescente alienazione delle persone dalla natura. In termini enfatici ha denigrato il cristianesimo, il capitalismo, l’utilitarismo economico, l’iper-consumo e l’ideologia del “progresso”. Lebensreform era un movimento sociale alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo in Germania, Austria e Svizzera che propagandava uno stile di vita di ritorno alla natura, sottolineando tra gli altri caratteri un alimentazione salutare, il crudismo, prodotti biologici, nudismo, liberazione sessuale, medicina alternativa e riforma religiosa e allo stesso tempo astensione etica da alcol, tabacco, droghe e vaccini. Hugo Höppener, che usò lo pseudonimo di Fidus fu uno degli artisti più significativi del movimento völkisch. Raffigurando figure nude tra il paesaggio naturale, non sessualizzate, ma in armonia con la natura.

Molti di questi temi verranno poi ripresi dalla Germania nazionalsocialista come ad esempio la lotta al fumo. In quegli anni sorse il più potente movimento anti-tabacco. Mentre durante gli anni successivi, altri movimenti anti-tabacco fallirono, tranne in Germania, dove la campagna era supportata dal governo dopo che i nazionalsocialisti salirono al potere. La Germania nazionalsocialista iniziò una forte campagna anti-tabacco e condusse la prima campagna pubblica anti-tabacco nella storia. I dottori tedeschi furono i primi a identificare i collegamenti tra il fumo e il cancro ai polmoni.1 Fu il movimento anti-fumo più potente al mondo negli anni trenta e nei primi anni quaranta. Il primo tra questi fu Deutscher Tabakgegnerverein zum Schutze der Nichtraucher (Associazione degli oppositori tedeschi al tabacco per la protezione dei non fumatori) fondata nel 1904. Nel 1910 a Trutnov, in Boemia. la seconda organizzazione anti-tabacco, fu la Bund Deutscher Tabakgegner (Federazione degli oppositori tedeschi al tabacco), venne fondata nel 1910. Nel 1920, la terza fu la Bund Deutscher Tabakgegner in der Tschechoslowakei (Federazione di oppositori tedeschi al tabacco in Cecoslovacchia) venne fondata a Praga, dopo che la Cecoslovacchia venne separata dall’Austria alla fine della prima guerra mondiale. La quarta Bund Deutscher Tabakgegner in Deutschösterreich (Federazione di oppositori tedeschi al tabacco nell’Austria tedesca) fu fondata a Graz nel 1920. Questi gruppi scrivevano su giornali come Der Tabakgegner (Gli oppositori al tabacco), pubblicato dall’organizzazione boema tra il 1912 e il 1932. Il Deutscher Tabakgegner (Oppositori tedeschi al tabacco) venne pubblicato a Dresda tra il 1919 e il 1935. Queste organizzazioni anti-tabacco erano anche contro l’uso di alcool. Viceversa negli Stati Uniti le lobby del fumo acquistavano sempre più potere sotto la guida di Edward Bernays. Celebre è la sua campagna “Torches of Freedom” del 1929 volta a incoraggiare le donne a fumare e lavorando in modo concreto con le associazioni femministe. Philip Morris, a tal proposito, sponsorizzò una serie di conferenze con lo scopo di insegnare “l’arte” del fumare alle donne. Questo per espandere il proprio mercato ed ampliare il numero di donne fumatrici, e per farlo aveva assunto proprio Edward Bernays, considerato al giorno d’oggi come il padre delle pubbliche relazioni, per aiutarlo a reclutare donne fumatrici. Bernays, a sua volta, si fece consigliare dallo psicanalista Abraham A. Brill. Nel 1928, George Washington Hill, Presidente dell’American Tobacco Company, intuì il potenziale che avrebbe potuto ricavare aprendo il mercato della sigarette alle donne e durante un’intervista dichiarò: «è come trovare una miniera d’oro proprio nel nostro cortile». Durante quella campagna fece fumare ad un gruppo di donne normali, non modelle delle Lucky Strike dicendogli che non solo fumare era simbolo di emancipazione, indipendenza e uguaglianza di genere, ma anche che la sigaretta è un prodotto di massa che diventa un potente simbolo identificativo carico di emozioni, rappresentando sia la torcia della statua della libertà che il fallo maschile sottomesso. Bernays riuscì a smantellare il tabù del fumo femminile e impiegando le donne nelle pubblicità del tabacco, nel suo intento portò ad un incremento delle vendite di sigarette tra le donne che raddoppiarono tra il 1923 e il 1929: nel 1923 erano solo il 5% delle sigarette vendute; nel 1929 aumentarono fino al 12%; nel 1935 la percentuale di sigarette fu del 18,1%. Il picco fu raggiunto nel 1965 con il 33,3% ed è rimasto a questo livello fino al 1977. Da allora tutte le donne nel mondo iniziarono a fumare perché si sentivano identificate nello slogan di Bernays.2

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Nella Germania di Hitler il fumo fu vietato nei ristoranti e nei sistemi di trasporto pubblico, citando la salute pubblica, e il governo regolava severamente la pubblicità del fumo e delle sigarette. C’era anche un’alta tassa sul tabacco e le forniture di sigarette alla Wehrmacht erano razionate. Diverse organizzazioni sanitarie nella Germania nazional socialista iniziarono persino a sostenere che il fumo aumentava i rischi di aborti spontanei da parte delle donne incinte. Nel 1939, l’NSDAP mise fuori legge il fumo in tutti i suoi uffici, e Heinrich Himmler, l’allora capo delle Schutzstaffel (SS), limitò il personale di polizia e gli ufficiali delle SS dal fumare mentre erano in servizio.

Il movimento völkisch divenne gradualmente parte dell’ideologia nazionalsocialista dal 1930, noto come “Blut und Boden” (sangue e suolo) di Walter Darrè (in Inghilterra Jorian Jenks pioniere dell’ambientalismo ricoprì all’interno del British Union of Fascists ricoprì un ruolo simile a quello di Darrè). Assicurando così agli ecologisti la sua prima base di potere. Darrè ricevette il sostegno entusiasta di Rudolf Hess, l'”ala verde” del partito, diede slancio all’ideologia völkisch e alle tematiche da loro portate avanti. Già nel marzo 1933, una vasta gamma di leggi ambientaliste furono approvate e implementate sia a livello nazionale, che regionale e locale. Queste misure prevedevano la creazione di riserve naturali protette e sostenevano la silvicoltura sostenibile, ordinavano la protezione delle siepi e di altri habitat della fauna selvatica e progettavano la rete autostradale come un modo per avvicinare i tedeschi alla natura. Sempre alla presa al potere di Hitler, le preoccupazioni del NSDAP non furono solo poste al popolo e alla salvaguardia della natura, ma anche verso gli animali. Il tema “animalista” per quanto oggi ridicolizzato, banalizzato e portato avanti da persone imbarazzanti, all’interno del movimento völkisch era un tema molto serio. Tant’è che nel 1927, un rappresentante del NSDAP al Reichstag chiese provvedimenti contro la crudeltà sugli animali e contro la macellazione kosher.3 Nel 1932, il NSDAP propose un primo divieto della vivisezione. Nel 1934 in Germania fu approvata una legge nazionale sulla caccia per regolare quanti animali potevano essere uccisi all’anno e per stabilire adeguate “stagioni di caccia”. Questa legge sulla caccia era conosciuta come “Das Reichsjagdgesetz“, (Legge sulla caccia del Reich). Il Reichstag ha anche sostenuto il conto per l’educazione sulla conservazione degli animali a livello primario, secondario e universitario. Inoltre, nel 1935, fu approvata un’altra legge, la Reichsnaturschutzgesetz (Legge sulla protezione della natura del Reich). Questa legge ha inserito diverse specie autoctone in una lista di protezione tra cui il lupo e la lince eurasiatica. Senza questa legge è probabile che alcune specie sarebbero completamente estinte dalle foreste tedesche.

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1 https://www.scielosp.org/pdf/bwho/v84n6/v84n6a21.pdf

2 Tratto da: “Il Tramonto degli Stati Uniti – Volume II: con Appendice su Sudafrica, Rhodesia e Haiti”.

3 Arnold Arluke, Clinton Sanders, Regarding Animals[, Temple University Press, 1996, p. 133.